Le ciabatte si sono praticamente fuse con una velocità sorprendente e i piedi hanno emanato un odore di carne arrosto.
E’ il racconto di Franco Pinna, l’uomo che pochi giorni fa, mentre camminava sereno nella spiaggia di Giorgino, una volta giunto in mezzo ad un tappeto di “palle marine” rinsecchite, si è fatto male: ustioni di secondo grado.
La zona della paglia marina in fiamme nella spiaggia Giorgino. Foto: Marcello Polastri
UN FATTO PREOCCUPANTE reso noto grazie alla cocciutaggine di Marcello Polastri, fondatore del sodalizio colturale Gruppo cavità cagliaritane, ambientalista scrittore, e ora alla guida della Commissione Sicurezza del Comune di Cagliari.
Dobbiamo vederci chiaro e magari evitare che si possano ripetere simili episodi, ne va della salute dei cittadini, della loro incolumità ed anche nel rispetto del nostro ambiente che ci ospita, del mare ci aiuta se noi aiuteremo lui, rispettando la spiaggia.
Ma riassumiamo per un attimo un fattaccio che avrebbe potuto avere un epilogo peggiore…
La Spiaggia di Giorgino e la paglia marina che brucia
Marcello Polastri, amante dell’ambiente e della Sardegna, fondatore di sodalizi culturali, ora alla guida della Commissione Politiche per la Sicurezza del Comune di Cagliari, lo ha intervistato e ha scritto agli enti preposti auspicando un celere intervento a tutela di quanti frequentano il tratto di spiaggia adiacente la ex Villa Aresu e il vecchio carcere minorile di Giorgino. VIDEO
“La mia storia è abbastanza semplice quanto paradossale. Ho infilato un piede nella paglia marina di Giorgino e, perché ho avvertito calore, appunto per istinto, nel tentativo di andarmene ho messo a terra il secondo per poi correre proprio come si fa sulla sabbia che scotta.
Giorgino
Dopo pochi passi realizzavo che il calore era troppo, ed è la che i miei piedi erano già belli che ustionati”.
”Per me era buona abitudine, a fine mattinata, quando ero di rientro da Cagliari verso Capoterra, fermarmi lungo il tragitto nel lungomare di Giorgino dove, approfittando del bel mare cristallino per fare un tuffo e poi tornare a casa.
La spiaggia di Giorgino. Foto Marcello Polastri.
Però quell’11 di Agosto diverrà indimenticabile”. Il perché è presto detto: verso le 13, mentre tornavo a casa, avevo notato nella spiaggia del fumo a distanza.
Nel punto in cui mi trovavo nel camminare non si vedeva più di tanto, causa il vento che soffiava verso il mare e che non mi ha neanche consentito di sentire l’odore acre delle pagliette bruciate, di avvertire il pericolo”. Oggi è diverso, e l’odore di bruciato si fa persistente.
Franco Pinna precisa che: “Cinque secondi appena. Questo il lasso di tempo sufficiente per ustionare i piedi. Le ustioni sono di secondo grado, con tutti i disagi annessi.
Non posso usare scarpe da più di due settimane, e cammino con grosse difficoltà”. Ma sarebbe potuta andare anche peggio.
La paglia marina rovente
“Spero di non essere stato troppo prolisso, grazie per l’interessamento, se questo può evitare altri danni, ne sarei felice. Perché ho subito pensato ad un bimbo che sarebbe potuto cadere, oppure ad un anziano che non avrebbe potuto avere risposte istintive immediate”.
Da qui il nostro interessamento. Perché è assurdo che a settimane dall’intervento dei Vigili del Fuoco in una spiaggia frequentata continui a bruciare palla di mare, dopo un incendio. In un posto normale, infatti, questo scempio di palle marine fumanti sarebbe stato risolto.
Anche perché il signor Pinna non è il solo che si è fatto male in questo modo, per una semplice passeggiata in spiaggia.
SPERIAMO dunque che certi fatti spiacevoli non si ripetano più e chi di competenza, intervenga con una bonifica e l’analisi dei materiali (infiammabili?) presenti in mezzo alla paglia marina.
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