È stata una giornata dell’Epifania con una amara sorpresa l’escursione organizzata da tre associazioni nel colle di Sant’Ignazio durante la quale è stata riscontrata una vera e propria devastazione in piena regola messa a segno probabilmente per Capodanno, ai danni dell’impianto luci della pista ciclabile di Sant’Elia.
I lampioni danneggiati a Sant’Elia
“Da queste parti si contano almeno 30 lampioni distrutti, che ora giacciono in frantimi al suolo“ afferma il presidente della Commissione Patrimonio e Sicurezza del Comune di Cagliari Marcello Polastri che stamani si trovava in visita con le associazioni culturali Amici di Sardegna, Gruppo Cavità e Sardegna Sotterranea per una salutare passeggiata baciata dal sole. Ma anche per una raccolta di rifiuti abbandonati da maleducati, nelle gallerie di Cagliari sotterranea che attraversano da una parte all’altra, la collina di Sant’Ignazio.
I lampioni danneggiati
L’AMARA SCOPERTA “ha avuto luogo nella strada (costata migliaia di Euro ai contribuenti) – prosegue Polastri – che rasenta il Lazzaretto di Cagliari, anonimi vandali forse in preda alla noia, hanno follemente pensato di prendersela con l’impianto luci a margine del sentiero ciclopedonale. Una triste realtà perché una zona divenuta così bella, riqualificata, andrà rimessa in sesto a fonte di ingenti spese per i cittadini Cagliaritani”.
“Come se non bastasse, per devastare questo angolo di Cagliari – ipotizza Massimiliano Deidda, guida ambientale originaria del quartiere S. Elia – sarebbero state usate bombe carta, oppure dei potenti petardi inseriti nell’impianto di illuminazione”.
Visita guidata delle Associazioni culturali
L’onda d’urto, o forse una spallata di troppo, ha fatto sì che venisse scaraventato sul terreno anche una grande quadro elettrico, che ora giace sul prato verde. “Un vero peccato” per Roberto Copparoni, che nel pomeriggio di oggi, alla guida di una trentina di persone dell’Associazione Amici di Sardegna, si è reso conto per primo dell’accaduto.
La pensano allo stesso modo anche Bruno Casanova del Gruppo cavità cagliaritane ed anche le guide dell’Associazione Ambiente Sardegna.
Ora chi pagherà i danni? È stata la domanda ricorrente durante il tragitto promosso dagli ambientalisti che ipotizzano di come, in questo angolo di città, “c’è forse chi preferisce le tenebre alla luce, e pertanto rompendo gli impianti di illuminazione si sente forse più forte per agire nell’ombra, per chissà quali oscuri motivi”, concludono gli esponenti delle associazioni culturali.
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